Acquari
contro l'inquinamento

Gli acquari del mondo contro l'inquinamento marino

Ogni anno, milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nell’oceano. Si stima che i nostri mari potrebbero contenere più plastica che pesci entro il 2050! La Commissione europea e gli acquari si stanno mobilitando con l’aiuto dell’Istituto Oceanografico.

Una campagna di portata senza precedenti

La Commissione europea ha lanciato la campagna “Acquari del mondo contro i rifiuti marini” nel 2017, con il sostegno del Museo Oceanografico di Monaco, l’Unione europea dei curatori di acquari e l’Associazione mondiale degli zoo e degli acquari. Con questa iniziativa, che fa parte delle azioni della conferenza
Il nostro oceano 2017
(Malta, 5-6 ottobre 2017), la Commissione contribuisce alla campagna #CleanSeas del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP). Si basa su una coalizione di 150 acquari di 38 paesi[2] per aumentare la consapevolezza dell’inquinamento marino da rifiuti umani. La campagna è stata lanciata ufficialmente a Monaco il 27 luglio 2017 dal commissario europeo per l’ambiente, gli affari marittimi e la pesca, Karmenu Vella, alla presenza di S.A.S. il principe Alberto II, del capo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) Erik Solheim, e del CEO di WAZA (World Association of Zoos and Aquariums) Doug Cress. La rete così creata con l’assistenza dell’Istituto Oceanografico è coordinata con l’Unione Europea.

Come aumentare la consapevolezza?

Alcune cifre parlano da sole: 10 milioni di tonnellate di plastica vengono scaricate nell’oceano ogni anno, ed entro il 2050 i nostri mari potrebbero contenere più plastica che pesci. Eppure 3 miliardi di persone dipendono direttamente dall’oceano. Per cercare di invertire la tendenza, gli stabilimenti coinvolti in questa campagna contro i rifiuti marini agiscono in vari modi: esponendo una vasca piena di rifiuti marini nei loro acquari (per sensibilizzare i visitatori, come fa l’installazione di Philippe Pasqua al Museo Oceanografico di Monaco), lanciando iniziative di pulizia delle spiagge, proiettando film di sensibilizzazione, ospitando creazioni artistiche con rifiuti, ecc. Tutti gli acquari coinvolti in questa campagna diffondono anche i suoi messaggi attraverso i loro canali di comunicazione, a partire dalle loro reti sociali. Hanno anche sviluppato e distribuito comunicati stampa che hanno portato a centinaia di articoli, trasmissioni televisive e radiofoniche.

Trasformare questa campagna in un'azione permanente

In seguito a questo successo, la Commissione europea e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) – insieme a cinque partner internazionali tra cui l’Ocean Institute – hanno annunciato un nuovo impegno alla conferenza Our Ocean 2018: trasformare la campagna del 2017 in un’azione continua incentrata sull’inquinamento da plastica. Oltre agli sforzi di comunicazione a lungo termine, i facilitatori della coalizione incoraggiano gli acquari a raggiungere quanti più partner e potenziali “moltiplicatori” possibili per massimizzare l’impatto della campagna. Cosa c’è in gioco? Promuovere le migliori pratiche nel cambiamento di comportamento a tutte le scale: locale, regionale, nazionale e globale. Tutti sono invitati a unirsi sotto gli slogan #BeReadytoChange e #BeatPlasticPollution, hashtag sostenuti dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite. 212 acquari di 41 paesi hanno già confermato il loro impegno in questa campagna, che viene ripresa anche dall’UNEP come parte della sua azione #CleansSeas da luglio 2019. L’Istituto di Oceanografia continuerà a svolgere il suo ruolo di federatore e coordinatore di questa rete globale.